Per valutare la tipologia di scarico fare riferimento a:
Delibera Regionale 1053/2003 (acque reflue domestiche e assimilate - acque reflue industriali)
Delibera Regionale 286/2005 e Delibera Regionale 1860/2006 e Nota esplicativa della regione Emilia-Romagna del 2008 (acque di prima pioggia e di dilavamento)
A titolo di esempio, per acque reflue domestiche si intende quelle acque che derivano da attività domestiche quali il cucinare, il lavare nonché l’eseguire attività del tempo libero o modesti lavori.
In coerenza con la predetta definizione sono da considerare altresì acque reflue domestiche le acque reflue derivanti esclusivamente dal metabolismo umano e dall'attività domestica ovvero da servizi igienici, cucine e/o mense anche se scaricate da edifici o installazioni in cui si svolgano attività commerciali o di produzione di beni.
A fronte delle considerazioni suddette, e a titolo esemplificativo, danno origine ad acque reflue domestiche in quanto il refluo prodotto derivi prevalentemente da attività riconducibili per loro natura a quelle domestiche e/o al metabolismo umano: