Come valutare la tipologia di scarico

Per valutare la tipologia di scarico fare riferimento a:

  1. Delibera Regionale 1053/2003 (acque reflue domestiche e assimilate - acque reflue industriali)

  2. Delibera Regionale 286/2005 e Delibera Regionale 1860/2006 e Nota esplicativa della regione Emilia-Romagna del 2008 (acque di prima pioggia e di dilavamento)

A titolo di esempio, per acque reflue domestiche si intende quelle acque che derivano da attività domestiche quali il cucinare, il lavare nonché l’eseguire attività del tempo libero o modesti lavori.
In coerenza con la predetta definizione sono da considerare altresì acque reflue domestiche le acque reflue derivanti esclusivamente dal metabolismo umano e dall'attività domestica ovvero da servizi igienici, cucine e/o mense anche se scaricate da edifici o installazioni in cui si svolgano attività commerciali o di produzione di beni.

A fronte delle considerazioni suddette, e a titolo esemplificativo, danno origine ad acque reflue domestiche in quanto il refluo prodotto derivi prevalentemente da attività riconducibili per loro natura a quelle domestiche e/o al metabolismo umano:

  • laboratori di parrucchiere, barbiere e gli istituti di bellezza;
  • lavanderie e stirerie la cui attività sia rivolta direttamente ed esclusivamente all’utenza residenziale. Da intendersi le cosiddette "lavanderia a secco a ciclo chiuso" che abbiano in dotazione una o due lavatrici ad acqua del tipo di quelle in uso nelle abitazioni domestiche;
  • vendita al dettaglio di generi alimentari e altro commercio al dettaglio, anche con annesso laboratorio di produzione finalizzato esclusivamente alla vendita stessa;
  • attività alberghiera e di ristorazione.