Villa Terracini è il quarto elemento costitutivo di quel suggestivo quadrilatero di nobili architetture i cui rimanenti capisaldi sono rappresentanti da Villa Bassi a Sacerno, Villa Paleotti e Villa Masetti a Tavernelle. Il terreno su cui è eretta apparteneva in origine alla famiglia Gennari proveniente da Rovigo e appartenente al Seggio Nobiliare di Lendinara dal 1563. Nel 1782, Carlo Gennari, proprietario di due poderi, in Sala e Sacerno, vendette ad Angelo Bassi, possidente terriero che eseguiva lavori per i nobili dei dintorni, che costruì la Villa nel luogo degli edifici colonici e dei camminamenti per braccianti. L'edificio su cinque piani, tre abitabili, il granaio e i sotteranei, si trova a fianco dell'ex chiesa dedicata a San Gaetano da Thiene, santo cui la famiglia era molto devota. Oggi la chiesetta sconsacrata ospita il laboratorio d'arte "Chiesa dell'Arte" in cui opera il Maestro non-vedente Felice Tagliaferri. A metà dell'800, il nipote Raffaele Bassi, fece costruire, in simmetria alla Villa, una struttura adibita a casa del custode che conteneva bassi comodi quali una serra, una lavanderia, un forno e un pozzo. Le sale e le camere sono state dipinte, all'epoca, da eccellenti pittori delle Scuole di Bologna.
Tra le tante merita un cenno la Sala da pranzo dipinta dal Professor Scenografo Badiali. L'edificio è arredato anche da un orologio settecentesco a due campane costruito dall'orologiaio Gandolfi e installato dal macchinista bolognese Franchini. Accanto, uno strumento astronomico di precisione, una meridiana lineare, munita di foro, segna le ore attraverso il filtro dei raggi solari. Le due campane, delle ore e dei quarti, producono un suono in armonia con il movimento dei corpi celesti.
La Villa rimase di proprietà dei Bassi fino al 1890 e fu successivamente venduta al signor Ludovico Sanguinetti che vendette, a sua volta, all'avvocato Antonio Salvati, e questi a Nicomede Monari. I terreni furono poi comprati, nel 1917, dal conte Domenico Manzoni.
Il 5 Luglio 1937 i coniugi genovesi Renzo Terracini e Renata Israel acquistarono "un corpo di beni posti in comune di Sala Bolognese e di Calderara di Reno" ed è appunto alla famiglia Terracini, ultima proprietaria, che la residenza deve il suo nome attuale.