Introduzione.
Lo stemma della famiglia dei da Sala.
Stemmi delle comuni delle quattro legazioni.
Lo stemma della Ufficio araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il gonfalone del Presidente della Repubblica.
Proposta di bandiera del Comune di Sala Bolognese
1 - Introduzione.
Si presenta una proposta per la realizzazione di una bandiera del Comune di Sala Bolognese che, richiamandosi alle tradizioni locali, rispondaad esigenze araldiche ed estetiche.
In questo modo si intende dotare il Comune di bandiere per l'esposizione all'esterno degli edifici comunali ed in luoghi pubblici.
Nella ricostruzione della storia della bandiera, occorre procedere all’individuazione e alla registrazione di tutte le varianti che lo stemma haassunto attraverso i secoli, rilevando di volta in volta il particolare atteggiarsi dell’emblema, dell’insegna, dell’ornamento in correlazione al momento storico vissuto dal titolare dello stemma.
Per raggiungere tale scopo è necessario verificare le fonti autentiche, in quanto documenti originali che offrono i dati diretti per conoscere gli elementi araldici costituenti lo stemma, in relazione a tempi determinati, e le modificazioni successivamente subite, sia nel carattere della figurazione sia della variazione compositiva.
2 - Lo stemma della famiglia dei da Sala.
La famiglia da Sala affonda le sue radici in area franca, come lasciano intendere le dichiarazioni di appartenenza alla nazione salica e di obbedienza alla sua legge, rilasciate da alcuni suoi esponenti.
Il primo membro attestato dalle fonti del ramo della famiglia che si stabilì a Sala fu Gisone, il cui figlio Alberigo ottenne in enfiteusi, nel 1014, dall’abate di Nonantola, Rodolfo, la corte e il castello di Sant’Agata e unaparte della corte di Sala (allora nel Modenese). I discendenti di Alberigo consolidarono ed ampliaronoi possedimenti di famiglia e si adoperarono per legarsi saldamente ai potenti abati di Nonantola. Nella seconda metà del XI secolo i da Sala detenevano consistenti beni nella corte di Sala. La lotta per le investiture e le contiguità con il dominio matildico costrinsero la famiglia da Sala ascegliere inizialmente le parti dell’imperatore e, successivamente alla vigorosa risposta di Matilde di Canossa, a diventare fedeli alleati della Contessa.
La morte di Matilde e la disgregazione dei suoi domini determinarono un indebolimento del potere dei da Sala, connesso con il controllo del territorio. A metà del XII secolo essi iniziarono a cedere i possessi e si trasferirono a Bologna.
Fin dal loro arrivo a Bologna i da Sala parteciparono alla vita politica, ricoprendo alcune magistrature comunali. A metà del secolo XIII si avvicinarono alla parte Guelfa e questa militanza evolverà in una fedele adesione alla politica bolognese della Chiesa di Roma. Impegnati in attività professionali o militari si dedicarono al notariato, furono mercanti e condottieri, dottori dello Studio.
All’inizio del 1315, Bertolino ottenne l’investitura cavalleresca da Catalano Malavolti e nel 1355, a Milano, in occasione dell’incoronazione di Carlo V di Lussemburgo a re d’Italia, Catalano ottenne l’investitura cavalleresca.
Non sembra che i da Sala detenessero un titolo comitale come signori di Sala, perché nessuno dei membri della famiglia viene indicato come conte in nessuna fonte e l’esercizio dei diritti comitali non era certo di trascurabile importanza. Il titolo di conte compare nella famiglia solo nel secolo XV e generalmente associato ai beni posseduti nella valle del Setta e ciò lascia supporre che esso fosse parte dell’eredità dei da Panico.
I Libri di famiglia dei da Sala, Giornale e Memoriale, recano entrambi lo stemma gentilizio: di rosso, alla sala di veicolo d’argento, con la bordura di blu caricato di otto bisanti rossi.
In un’altra versione differiscono i colori: bordo nero e 10 bisanti oro.
3 - Lo stemma della comune delle Quattro legazioni.
L’iniziativa araldica del cardinale G. Bedini è documentata per la prima volta nel giugno 1851 quando i piani
di restaurazione del potere pontificio nelle Quattro legazioni emiliane romagnole erano stati accantonati, sotto il peso dell’autorità esercitata dal governo militare austriaco, il quale, con rispetto formale della dignità legatizia, aveva tolto a quest’ultimo ogni autonomia di decisione negli affari di qualcherilievo attinenti all’effettivo esercizio del potere
Per Bedini l’eventualità di una visita del pontefice divenne un’occasione per riaffermare la sovranità papale. Per solennizzare sotto tutti gli aspetti e nel più fastoso dei modi la visita, si accertò che ogni Comune avesse un proprio stemma, così che quelli, attraverso i quali fosse passato il corteo papale, potessero innalzarlo. Nonostante una genesi spuria degli stemmi dei Comuni, gli atti prodotti da questa indagine, all’origine di carattere puramente informativo e diambito interno, divennero di fatto, in progresso di tempo, documenti costituitivi del fondamento giuridico, considerato tale per mera presunzione, dal quale derivò il riconoscimento di un effettivo diritto. Si ritenne infatti che gli stemmi contenuti in quei documenti fossero stati, almeno tacitamente, sanzionati dall’autorità competente. Di seguito furono considerati fonti giuridicamente valide per il riconoscimento degli stemmi dei Comuni, prima compresi nelle Quattro legazioni, da parte dell’autorità regia, succeduta a quella pontificia.
L’iniziativa del cardinal Bedini acquistò una portata significativa. La maggioranza degli stemmi ufficiali, che tuttora i comuni del territorio ex legatizio usano legittimamente, è quella segnalata fra il 1851 e il 1857 al Commissario pontificio straordinario.
Lo stemma del Comune era rappresentato su scudo semplice; campo rosso; l’emblema è una sala (assale) d’argento con due fori aperti; bordura: nera, caricata da 10 palle d’oro, 5 in capo,4 ai fianchi e 1 in punta. Con nota n. 262 di prot. del 30 giugno 1851 il Presidente della Commissione municipale della Comune di Sala G. Monteguti comunicava che: “Il detto stemma fu rilevato dal blasone alla parola Sala nel 1848, quando si volle dipingere in questo quartiere della guardia civica di facciata a quello di Sua Santità, altro stemma indicante il Comune di Sala. Si volle adottare lo stemma della famiglia dei Sala, perché questi furono i signori e feudatari imperiali fino al tempo
della famosa contessa Matilde… Avanti la suddetta epoca del 1848 il nostro Comune non si era mai dato pensiero di adottare alcun Stemma, forse perché Sala è una delle Magistrature che ha sofferto dei cambiamenti nel Regno Italico e sotto il pontificato di Leone XII …
4 - Lo stemma della Ufficio araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Nel 1931, in seguito al rilievo evidenziato dal viceprefetto Gazzera circa la necessità del riconoscimento dello stemma comunale, il Comune, con deliberazione del podestà A. Zambonelli del 27/5/1931, determinava di assumere a stemma del Comune di Sala Bolognese quello in uso nel 1848e quindi già riconosciuto dal passato Governo pontificio.
Con provvedimento del Capo del Governo, il Primo ministro e Segretario di Stato B. Mussolini decretava che
spettava al Comune il diritto di far uso dello stemma di rosso, alla croce scorciata d’argento, col palo raddoppiato, caricato di due rotelle di rosso in fascia, colla bordura di nero caricata di dieci bisanti d’oro, a cui sono aggiunte le insegne fasciste. Contestualmente l’Ufficio araldico prendeva nota del provvedimento e iscriveva il Comune nel Libro araldico degli Enti morali.
Successivamente , per effetto della soppressione del Partito nazionale fascista, lo stemma comunale subì la modifica con l’eliminazione del “capo del littorio”.
5 - Il gonfalone del Presidente della Repubblica
In risposta alla domanda del Sindaco al Presidente della Repubblica, per la concessione di un gonfalone per uso del Comune, con decreto del Presidente G. Leone, in data 24 marzo 1976, il Comune di Sala Bolognese si dotava di detto gonfalone, realizzato su drappo rosso, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma (di rosso alla croce scorciata d’argento, col palo raddoppiato, caricato di due rotelle di rosso in fascia, colla bordura di nero caricata di dieci bisanti d’oro) con l’iscrizione centrata in argento: Comune di Sala Bolognese. Le parti in metallo e i cordoni argentati. L’asta verticale ricoperta di velluto rosso, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri ricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.
6 - Bandiera del Comune di Sala Bolognese
Al centro della bandiera campeggia lo stemma del Comune, uno scudo sannitico di rosso alla sala d’argento, caricata di due rotelle di rosso in fascia, colla bordura di nero caricata di dieci bisanti d’oro.La bandiera del Comune di Sala Bolognese è costituita da un drappo rosso che misuri 7 moduli di larghezza e 9 moduli di altezza.
Lo scudo è timbrato dalla corona del Comune, formata da un cerchio d’argento aperto da quattro posterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero. Le dimensioni della corona sono: larghezza al cerchio di 5 moduli, larghezza massima di 8 moduli, altezza di 2 moduli.
Lo scudo è sormontato dall’iscrizione, centrata, in argento, “Comune di Sala Bolognese”. Lo stemma è decorato da rami di ulivo e quercia, fruttati dello stesso, fra loro decussati, sotto la punta dello scudo, fermati da un fiocco di nastro tricolore (verde, bianco, rosso). Deve circondare lo scudo dell’arma dell’Ente.
Bibliografia:
“Dalla memoria alla famiglia : le vicende della famiglia da Sala attraverso i libri di ricordanze di Giovanni Gaspare e Bornio” di Alessandra Tugnoli Aprile, 1993, Ed. La Fotocromo emiliana
“I libri di famiglia dei da Sala” di Alessandra Tugnoli Aprile, 1997, Ed. Spoleto : Centro italiano di studi sull'Alto medioevo